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martedì 16 giugno 2009

Giornata tipo parte 1

Salve ragazzi,

oggi scrivo il post che avrei voluto scrivere circa due mesi fa, ma che non ho scritto perché ero reduce da sei monitoraggi in cinque giorni ed ero, come si dice dalle mie parti, un pò "intufata".

Si sa, il lavoro del CRA è diviso in due parti: lavoro di ufficio e trasferte.
Ci sono alcuni CRA che, invece, hanno il lavoro diviso in tre parti: ufficio, casa, trasferte. questo è il caso dei CRA home based, le mosche bianche dei CRA che lavorano per le CRO italiane...ed è anche il mio caso.

Questo primo post lo dedico alla giornata tipo, con le varianti dovute al caso, del CRA in trasferta.

La mia esperienza nelle trasferte è molto poco incoraggiante, dovendo misurarmi spesso con co-sperimentatori poco collaborativi e che mi portano all'esaurimento nervoso spesso e volentieri.

Vorrei portare come esempio uno degli ultimi monitoraggi che ho eseguito:

Mercoledì mattina, ore 09,30: sono stata fortunata e, dovendo fare il monitoraggio il giovedì mattina, ho potuto prenotare il treno in un orario abbastanza decente.
Si parte da casa a piedi per arrivare in stazione dopo una ventina di minuti.
In stazione, immancabile, il caffé e la bottiglia d'acqua...e telefonata fuori luogo di una Data Manager che vuole sapere da me le eccezioni ad un criterio di esclusione.

Ore 10,05 nel treno. prendo posto e recupero il mio UMPC (non aziendale) per verificare un paio di cose su un protocollo del trial di cui sopra, quindi parte la telefonata alla Data Manager e poi posso dedicarmi alla lettura del thriller di Maxime Chattam.

Ore 12,00, arrivo allo scalo...ora devo andare a prendere il pullman per arrivare a destinazione: metropolitana e poi si arriva al terminal per aspettare il pullman...in piedi...perché non c'è una sala d'aspetto...e sotto al sole cocente di giugno.

Ore 14,00 sul pullman: dopo varie telefonate, posso dedicarmi nuovamente alla lettura del mio prezioso thriller.

Ore 17,30, arrivo a destinazione. da notare che non ho pranzato...avrei voglia proprio di un bel kebab...che non riesco a recuperare...pazienza: solita pizzetta e bottiglia d'acqua per la serata.

Ore 19,00 in B&B: mica si può avere un hotel!!!!
Il B&B, così chiamato perché ti deve fornire anche la colazione, in realtà non fornisce la colazione, ma mi dà due buoni per il bar sulla strada...che apre alle 9,00...quindi niente colazione, visto che alle 9,00 ho l'appuntamento in ospedale!

Giorno dopo, ore 9,00, al centro: incontro per caso il co-sperimentatore. il Principal non c'è perché è fuori per un congresso.

Primo step, chiedo di verificare i documenti inviati nell'ultimo periodo dalla mia azienda, quali la ricezione del farmaco sperimentale, SUSAR (che il co-sperimentatore non archivia mai...aspetta che lo faccia io!) e (musica da film horror) i nuovi consensi informati - protocollo - pagine di CRF come da emendamento....ebbene...non si trovano questi documenti.
Passa un'ora alla ricerca di tali documenti, ma non si trovano: prima chiamata alla Project Leader per verificare l'avvenuto invio e per chiederle gentilmente di rispedire nuovamente tutto.

Secondo step. controllo del Trial Center File e sistemazione dei documenti. Con mio grande orrore, trovo una busta di randomizzazione aperta....Chiedo spiegazioni al Co-sperimentatore che, nonostante i continui training, non sa neanche cosa sia una busta di randomizzazione (olè) e quindi, non essendosi mai interessato a TCF, non sa neanche chi possa aver aperto quella anonima busta....bene, molto bene.
Parte, allora, la stesura di una dichiarazione in cui di afferma che nessuno dello staff è responsabile dell'accaduto e nessuon sa cosa ci sia scritto nella busta (avrei voltuo scrivere che la busta si è aperta da sola...ma ho evitato).
Firmiamo e datiamo e facciamo copia da lasciare al centro...

Terzo Step: il controllo delle CRF: almeno queste son abbastanza complete e i source data sono aggiornati ed ordinati (sembra strano in un centro così poco collaborativo); in parallelo si fa anche la verifica del farmaco in sperimentazione (drug accoutability) e la distruzione dello stesso.

Quarto Step: raccolta del co-sperimentatore col cucchiaino e caffé al bar.
Nonostante la sua mancanza di collaborazione e fare da "facilone", mi deride anche per il panico alla vista della busta di randomizzazione aperta. Nonostante i RIPETUTI TRAINING, gli ribadisco che lo studio è in doppio cieco e che le buste di randomizzazione devono essere aperte solo in caso di emergenza...ma è inutile: è come parlare ad un muro...di gomma...riflettente.

Quinto step: raccomandazioni. Si si, ridi tu! Intanto ora hai un gravoso impegno. attendere la mia mail con il consenso informato nuovo in elettrnico da far firmare ai pazienti alla prossima visita. Ancora più gravoso: li devi stampare!!!!
Ancora più oneroso: devi riportare in cartella che i pazienti hanno firmato il nuovo consenso e, magari, spiegare anche cosa cambia adesso nello studio...lo so, lo so, è troppo per te, ma fatti forza...


Ore 13,00 si ritorna in hotel...ehm, scusate, in B&B.
Ovviamente senza copertura internet, mi metto al lavoro per la stesura dei contac report degli ultimi due giorni.

ore 17,00 si va a procacciare cibo

Il giorno dopo: ore 07,00 si prende il pullman, direzione un altro centro in un'altra città.

Nel pullman si siede di fianco a me un maniaco che inizia a buttarsi addosso e a fare strani gesti con la lingua, quindi prendo la valigia e cambio immediatamente posto, non prima di aver inveito animatamente contro tale bestia.

Ora 9,30 taxi per il centro: ovviamente, immancabile, il caffé prima di entrare.

Ore 10,00 inizio monitoraggio: il centro è particolare, quasi più del precedente. Le co-sperimentatrici danno l'appuntamento ma vengono solo a farti un saluto, dopodiché te la devi veder da sola.
Si inizia con il controllo del TCF e con la visione del famoso SAE che ci portiamo avanti da febbraio: siamo arrivati al Follw Up n°5, grazie alla poca competenza delle dottoresse nell'ascoltare le mie spiegazioni su come si compila un SAE form.

Nell'attesa che arrivi alemo una di loro per verificare parte delle miriadi di CRF, faccio la drug accountability.

Oer 12,00 arriva lei: bene, ora guardiamoci un pò le parti incomplete delle CRF, ovvero, la totalità...la aiuto nella compilazione (cosa inedita: di solito pretendono che scriva io) e, arrivate le 12,30, lei mi dice che deve andar via, allora le faccio compilare, sotto la mia supervisione, il 5° FU del SAE.

Lei se ne va e continuo per un altro paio d'ore io con il ritiro delle CRF che sono già compilate interamente.
Arriverà loro una lettera di FU nella quale ricorderò di compilare il resto delle CRF.

Ore 15,00 arrivo in stazione: ho un'ora per mangiare e vado al self service della stazione. Prendo un lauto pasto che mi verrà rovinato da una senza tetto che, con la scusa di vendermi il giornale dei senza tetto, sputacchierà impunemente su tutti i piatti presenti sul tavolo.

Ore 15,50 net treno: prendo posto e mi faccio la croce perché mi aspettano 5 ore piene piene...una dolce signora entra con la bambina nella carrozza: le grida sguaiate di tale bambina allieteranno il viaggio a me e ad altre molte persone fino alle ore 21,00.

Ore 21,40 finalmente a casa: godiamoci le ultime due ore, o poco più, del venerdì sera. domani è sabato e si lavora per la casa e non per l'azienda...o no?????

Bene. queste son state le ultime due giornate della scorsa settimana. Mi è andata bene. ho fatto 4 monitoraggi in 5 giorni! E non mi spetta neanche l'indennità di trasferta! Dalle mie parti si dice: cornuta e mazziata!

Alla prossima

Rukkio

2 commenti:

Luca ha detto...

Wow, fantastica cronaca Rukkio... io non sono ancora CRA ma spero di diventarlo presto... in verità mi hai messo un pò di paura, spero non siano tutte così le visite di monitoraggio!
Grazie mille per il tuo contributo!

CRukkio ha detto...

No no, non son tutte così: c'è di peggio...ma anche di meglio! Dipende un pò sia dalla fortuna di avere di fronte delle persone collaborative e capaci, sia dalle tue capacità di motivare i medici a far meglio.
Il fatto che siano andate così, fa capire quanto poco esperta sia anche io ma, per fortuna, sono armata di una sana autocritica e, tendendo sempre alla "perfezione", cerco di imparare sia dagli errori degli altri, sia dalle mie mancanze.
Ricorda che il buon andamento di uno studio è un risultato ottenibile solo se tu sei capace di capire quali sono i tuoi limiti e quali conseguenze portano tutti i tuoi gesti: armati di pazienza e autocritica, cerca di capire chi ha bisogno del tuo assiduo aiuto e chi può camminare da solo. Io so, ad esempio, che i co-sperimentatori di questi due centri hanno bisogno del mio assiduo aiuto, quindi son tre giorni che li chiamo per avere aggiornamenti sullo stato dello studio, li motivo e li rassicuro, cosa che avrei dovuto fare dall'inizio...se il centro è incasinato, io ho l'80% di colpa.